Il piccolo farro è una delle prime forme coltivate di grano, chicchi di esso sono stati rinvenuti in località epipaleolitiche della Mezzaluna fertile. La coltivazione del Triticum monococcum nel Medio Oriente cominciò a declinare in favore del farro verso il 2000 a.C. La sua coltivazione non fu mai estensiva in Italia nel sud della Francia e in Spagna, continuò ad essere coltivato in alcune zone del nord Europa durante il medioevo e fino ai primi anni del XX secolo.
Si tratta di una varietà corta di grano selvatico, generalmente di altezza inferiore ai 70 cm, e non molto generosa nel produrre chicchi eduli. La principale differenza fra il Triticum monococcum selvatico e quello coltivato è il modo di dispersione dei semi. Nella varietà selvatica il contenitore dei semi si rompe e questi ultimi si sparpagliano sul terreno. Ciò facilita un successivo raccolto di grano. L'intervento umano fa la differenza. La raccolta di piccolo farro con contenitori intatti era più semplice per i coltivatori primitivi. Con il tempo e attraverso selezioni, consapevoli o meno, le preferenze dell'uomo per contenitori intatti dei semi hanno creato la varietà domestica, che ha anche chicchi leggermente più grandi che quelli del Triticum monococcum selvatico. Il piccolo farro richiede la semina e il raccolto da parte dell'uomo per perpetuare la propria esistenza.