La cipolla è originaria dell'Asia dove era molto apprezzata dagli egiziani (già da circa il 3000 a.c.) che la raffigurarono persino nelle loro tombe. Fu introdotta in Europa dai greci.
È una pianta biennale: il primo anno immagazzina nel bulbo le sostanze nutritive per utilizzarle poi, l'anno successivo, per lo sviluppo dell'asse fiorale.
Esistono diverse varietà di cipolle: alcune si raccolgono in primavera ed altre nel periodo autunno-invernale; possono variare per la forma, per il colore (giallo-paglierino, rosso e bianco), per la dimensione del bulbo e per il sapore.
Per conservarle è consigliabile tenerle in un ambiente fresco ed al buio (non in frigorifero). Le cipolle, soprattutto se consumate crude, possono lasciare uno sgradevole alito cattivo: per rimediare a questo inconveniente si può tenere in bocca e masticare uno o due chiodi di garofano. Durante la loro preparazione, per evitare il bruciore e la lacrimazione degli occhi, si consiglia di sbucciarle e tagliarle tenendole immerse in una bacinella piena d'acqua.
Consumate cotte, conservano in gran parte alcune delle loro proprietà; sono però controindicate, specialmente se crude, per chi soffre di iperacidità e di ulcera gastrica. Tutta la pianta contiene un'essenza volatile ricca di glucosidi solforati, il più importante è il disolfuro di allilpropile, essenza a cui è dovuta la maggior parte delle sue proprietà; contiene anche enzimi (fermenti) in abbondanza che stimolano la digestione e il metabolismo; oligoelementi (zolfo, ferro, potassio, magnesio, fluoro, calcio, manganese e fosforo); vitamine (A, complesso B, C, E); flavonoidi dall'azione diuretica e, infine, la glucochinina, un ormone vegetale dall'azione antidiabetica.